Dopo il restyling del sito hai registrato ingenti perdite di traffico SEO?

Dopo la riprogettazione del tuo sito hai notato un calo del traffico in entrata? Potresti aver commesso qualche errore durante la fase di migrazione. In questi casi l’importante è cercare di individuare quanto prima i problemi. La gestione corretta della migrazione del sito è un’azione cruciale. Va eseguita con cautela, senza lasciare nulla al caso. E se un errore dovesse originare una perdita di traffico, allora sarà il caso di correre ai ripari e limitare i danni, prima ancora di avviare una marketing strategy adeguata.

Raccogli le informazioni necessarie

Per individuare l’errore a monte servono alcune informazioni, utili ad effettuare i necessari riscontri: 

  • Le statistiche di Google relative al traffico;
  • L’URL del sito ed eventuali URL storici o alternativi;
  • La data di lancio del portale.

Ottenute le informazioni più importanti, accedi a Google Analytics e Search Console e individua il momento preciso in cui il calo si è reso evidente. La diminuzione può essere lenta e costante o, come avviene più spesso, netta e improvvisa.

Individua le pagine che generavano più traffico

Se è già passata qualche settimana dalla migrazione, puoi confrontare le pagine che generavano più traffico con la loro controparte attuale. Nel peggiore dei casi, noterai che i contenuti più performanti non sono stati riproposti sul nuovo sito. Se invece il contenuto esiste ma non riceve la stessa mole di traffico, allora bisognerà capirne il motivo. Uno strumento come la Wayback Machine può fare al caso tuo. Utilizzando questo strumento potrai osservare le vecchie pagine e confrontarle con quelle pertinenti presenti sul nuovo sito, individuando le modifiche effettuate.

I maggiori indiziati

I reindirizzamenti

Tra i maggiori sospettati figurano i reindirizzamenti. Quando si lancia un sito, è necessario eseguire una delle seguenti operazioni per ciascuna delle pagine più importanti:

  • Conservare l’URL precedente (scelta ideale);
  • Utilizzare i redirect 301 per reindirizzare la vecchia pagina alla nuova. 

Per controllare la validità dei reindirizzamenti è possibile avvalersi di strumenti come ScreamingFrog o simili. Osservando le intestazioni potrai risalire ad errori come l’uso di redirect 302 temporanei, i quali una volta decaduti portano inevitabilmente giù anche il traffico SEO delle nuove pagine. Altre volte, i redirect 301 possono puntare a pagine 404. La soluzione? Testare tutti i vecchi URL manualmente.

Eventuali “turbolenze”

La migrazione di un sito può generare quelle che alcuni esperti chiamano “turbolenze”. Più vasto e complesso è il sito, maggiori saranno queste turbolenze. L’unica maniera per evitarle è controllare ogni cosa: reindirizzamentikeywordmeta tag, etc.. E se il traffico continuasse a calare? Assicurati che tutte le pagine siano state codificate correttamente e stiano segnalando le visualizzazioni. Quindi accertati che il tuo sito non sia stato avviato parallelamente a una modifica dell’algoritmo di Google. Con Panguin potrai individuare eventuali correlazioni tra il calo di traffico e aggiornamenti recenti.

Altri problemi

Se il vecchio URL è stato modificato in seguito alla riprogettazione del sito e il reindirizzamento non è stato implementato correttamente, potrebbero sorgere dei problemi. È fondamentale riproporre tutti i contenuti di successo, senza smarrire il materiale storico, onde evitare che i progressi SEO ottenuti perdano di valore, non impattando più in maniera positiva sul ranking. Anche le modifiche al layout possono sortire un impatto rilevante sul traffico organico. Gli snippet in primo piano e persino il passaggio da 3 a 4 annunci possono condizionare i clic.

 

Autore: Luca F.